Premio Gentile da Fabriano 2016 – Lettera di Salvatore Settis

Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, intellettuale e studioso autorevolissimo, impossibilitato ad intervenire alla cerimonia conclusiva della XX edizione del Premio nazionale Gentile da Fabriano, che si è tenuta a Fabriano, nella splendida Sala dell’Oratorio della Carità, sabato 8 ottobre 2016, ha inviato questa lettera che pubblichiamo a seguire:

“Ho accolto con gioia la notizia che la Giuria del Premio nazionale Gentile da Fabriano ha voluto generosamente assegnarmi il Premio nella Sezione “Carlo Bo per l’arte e la cultura”. Ho già avuto una volta l’onore di vedere il grande nome di Carlo Bo associato al mio, e fu quando tenni a Urbino, nel dicembre 2013, le Lezioni urbinati a lui dedicate. Questo onore si rinnova ora a Fabriano, in un contesto per me non solo lusinghiero, ma quanto mai gratificante.

Questi miei sentimenti, intatti dall’annuncio del Premio alla giornata della sua assegnazione, sono stati purtroppo in parte frustrati da un problema di salute, la cui causa deve essere acclarata con urgenza, costringendomi a rinunciare alla mia presenza a Fabriano onde dedicare questi giorni a delicati e improrogabili esami diagnostici. Me ne scuso moltissimo con il Direttore del premio Prof. Galliano Crinella, con il Magnifico Rettore dell’Università di Urbino prof. Vilberto Stocchi, Presidente della Giuria, che per primo mi dette notizia del Premio, con tutti i membri della Giuria e con chiunque sia presente alla cerimonia di conferimento dei Premi.

Pur in questa forzata assenza, mi è di conforto la speranza di poter rendere visita a Fabriano nel prossimo futuro, anche solo per ringraziare i membri della Giuria e per sperimentare, sia pure brevemente, l’atmosfera di civile impegno che informa questa città. Non conosco le motivazioni con cui il Premio mi è stato assegnato: se, come mi azzardo a supporre, è per gli studi e gli interventi che in questi anni vado facendo per la difesa del paesaggio e dei beni culturali, della scuola, dell’Università e della ricerca, mi sento non tanto il destinatario esclusivo del Premio, bensì un rappresentante di tutti quegli italiani (e sono tanti, anche nelle Marche) che difendono quotidianamente, con il loro/nostro lavoro spesso silenzioso, il diritto alla cultura. Tale diritto è parte irrinunciabile di un orizzonte di diritti della società e della persona che la Costituzione della Repubblica, elaborata nell’altra consapevolezza dell’Assemblea Costituente, mirabilmente rappresenta. La nostra Costituzione, si dice spesso, è “la più bella del mondo”: ma dobbiamo leggerla non con spirito estetico-contemplativo, bensì, operativamente, come una carta dei diritti – anche se in parte non attuati. Come, semmai, la Costituzione più promettente del mondo. Anche un’occasione di incontro culturale e civile come questa può servire a ravvivare, su questo fronte sempre a rischio, la nostra memoria di cittadini; ed è anche per questo che, pur forzatamente assente, vi sono gratissimo per l’assegnazione di questo Premio”.